top of page
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.

 Puoi commentare anche su facebook   

Temporary shop e outlet: cosa sono e come avviare un temporary shop


Benetton e Nike sono alcuni tra i marchi noti che hanno aperto i loro Temporary Store, sfruttando una nuova tecnica di marketing, che prevede l’apertura di negozi a tempo determinato, per pochi giorni o qualche settimana.


Immagine: Outlet | via Wikimedia Commons


Temporary shop sta ad indicare un esercizio temporaneo che vende articoli esclusivi o a basso costo per un periodo limitato.Tiene aperte le proprie porte per una durata variabile, che va da qualche giorno a qualche mese, nel corso dell’anno. I prodotti che vengono venduti sono in edizione limitata o in stock, in particolare nel settore abbigliamento e moda, ma non solo.


Nati come tendenza di successo nel 2003 in Gran Bretagna, hanno trovato la massima espressione a New York. L’idea si è diffusa anche in tutto il resto del mondo, in Italia, soprattutto in alcune grandi città come Milano, Roma, Torino, Firenze e Napoli.


La tendenza nella vendita retail: i temporary shop, dei negozi 'a tempo', aperti per lanciare un nuovo prodotto, far conoscere le proprie collezioni o promuoversi nel settore dei servizi. Hanno gestione snella e costi contenuti, i temporary shop rappresentano un'opportunità nel settore del commercio e una recente evoluzione del settore della distribuzione al dettaglio, negozi caratterizzati dal fatto di essere temporanei. Negozi arricchiti di eventi e formule di comunicazione innovative, efficaci per testare la vendita dei prodotti, sondare nuovi mercati, misurare il gradimento del consumatore, lanciare un nuovo articolo. Costituiscono una risposta anche alla crisi internazionale, valorizzano i marchi e aumentano la notorietà, generano guadagni dalle vendite e ottimizzano i costi di gestione.


Il temporary shop (“pop-up shop“)viene aperto per un periodo di tempo prestabilito e limitato, anche solo per qualche settimana all’anno, in zone ritenute strategicamente importanti per visibilità e shopping. I temporary shop propongono le ultime novità di abbigliamento, tecnologia, servizi con formule accattivanti basate sui concetti di esclusività e convenienza, spesso funzionano anche come 'outlet' dove è possibile acquistare vecchie collezioni o prodotti degli anni precedenti a prezzi concorrenziali.


L'outlet può essere un singolo negozio (spaccio aziendale o commerciale) o un centro commerciale specializzato nella vendita al dettaglio di prodotti di marche famose o meno, invenduti o usciti dal catalogo recente. I prodotti outlet: alcune produzioni vengono dedicate a questo canale di distribuzione commerciale, il prodotto, prevalentemente è di marchi prestigiosi o di qualità, in particolare per la moda, di celebri firme, viene destinato agli outlet e messo in vendita a prezzi inferiori. Il produttore può cedere i prodotti invenduti o difettosi mentre il consumatore può acquistare beni di vario genere (capi d'abbigliamento o scarpe, oggetti di design o alimentari, articoli sportivi, mobili, accessori ecc.) ideati da marchi famosi ottenendo uno sconto rilevante sul prezzo originale.

Questi prodotti sono rivenduti nello spaccio aziendale dello stesso produttore (a volte dato in gestione in conto terzi); più frequente è la formula del centro commerciale outlet, una galleria di negozi, sia monomarca che multimarca, radunati entro una stessa struttura. Gli ambienti degli outlet, solitamente, non sono diversi dai normali negozi o dai centri commerciali; ne ricalcano l'organizzazione logistica e architettonica. La disposizione e l'esposizione delle merci risulta molto meno appariscente e il servizio è orientato al self service.

E' importante proporre al cliente un assortimento di prodotti sempre abbastanza ampio e variegato. Burocrazia: l’apertura di un outlet di abbigliamento richiede lo stesso iter burocratico necessario per l’apertura di un negozio tradizionale. Bisogna aprire una partita IVA e iscriversi alla Camera di Commercio. E' necessario che il locale sia provvisto di impianti a norma di legge e che rispetti le norme di sicurezza previste.

Aprire un outlet di abbigliamento in franchising: questo tipo di attività si sta espandendo in tutta Italia, conquistando una buona fascia di mercato. (vedi Wikipedia)




Avviare un’attività di organizzazione di temporary shop è un’idea innovativa. I negozi “a tempo” hanno una formula commerciale innovativa, sono spesso delle campagne pubblicitarie, dei veri e propri eventi di marketing. Gli esperti di marketing li definiscono come delle campagne promozionali che si autofinanziano attraverso la vendita dei prodotti stessi, una risposta concreta ad un mercato precario, provvisorio e mutevole.

Una formula è quella dei temporary brand, ovvero dei marchi, soprattutto di abbigliamento, destinati ad essere venduti solo per poche settimane. Intorno a questo nuovo fenomeno si è concentrata l’attenzione di molte aziende di produzione e di commercializzazione, in alcuni settori, dalla moda all’arte, dal design all’elettronica, dall’arredamento ai servizi.


Per rispondere al bisogno totalmente nuovo delle imprese che si sono avvicinate al fenomeno del temporary, vi sono professionisti che si occupano di fornire assistenza, consulenza e supporto in tutte le fasi di allestimento, organizzazione e gestione del negozio.

Propongono i seguenti servizi: la consulenza per l’ideazione e la progettazione del tipo di temporary shop adatto, la ricerca e la selezione delle location disponibili sul territorio, l’allestimento e l’arredamento dei locali, l’ideazione e la realizzazione della campagna pubblicitaria per la promozione dell’evento, l’organizzazione del personale di vendita, il disbrigo degli aspetti burocratici, la ricerca del catering per l’inaugurazione, e molto altro. In alcuni casi il business delle agenzie che organizzano i temporary shop è costituito dalla diretta gestione delle location, attraverso l’allestimento di questo genere di eventi temporanei, con location collocate nei punti strategici delle principali città italiane.


Il capitale necessario per iniziare è modesto cosi come i costi di gestione, se l’attività viene esercitata su dimensioni medio-piccole.

Le prospettive sono buone per chi offre servizi di qualità ed ha abilità relazionali e capacità di acquisizione della clientela. E' un’attività seguita da coloro che operano già sul mercato in settori affini, offrendo il servizio di organizzazione di temporary shop, possono diversificare la loro offerta. Si può trattare di agenzie di comunicazione e agenzie pubblicitarie, imprese che organizzano eventi, studi di architettura. Dedicarsi esclusivamente al settore temporary, invece, può essere conveniente soprattutto se ai vari servizi di ideazione, allestimento e organizzazione del negozio/evento, si affianca la fornitura della location, se si è proprietari o si dispone direttamente del locale. (vedi Lavoro e formazione.it)

COMMERCIO AL DETTAGLIO: è l'attività svolta da chiunque professionalmente acquista merci in nome e per conto proprio e le rivende, su aree private in sede fissa o mediante altre forme di distribuzione, direttamente al consumatore finale.

Il “Temporary shop” o “negozio a tempo” è un esercizio di vendita al dettaglio temporaneo, la cui durata può variare da pochi giorni a poco più di un mese.


Questi negozi sono spesso in grado di attirare l'attenzione dei consumatori, magari sulla base di un’attenta scelta e selezione dell’ubicazione particolarmente in vista, proponendo le ultime novità: l'obiettivo è quello di creare un evento, specialmente nelle politiche di marketing delle grandi marche e soprattutto nel ramo dell’abbigliamento delle grandi firme.


Il concetto di negozio a tempo e della sua organizzazione modifica i canoni abituali della vendita al dettaglio. La merce venduta nei negozi temporanei, specie nel settore abbigliamento e moda, è prodotta in edizione limitata, mentre la fornitura diretta delle imprese al dettagliante consente di praticare politiche dei prezzi particolarmente vantaggiose.

Il negozio temporaneo è altresì incentivato come tentativo di risposta alla attuale crisi economica, in quanto la soluzione consente, almeno parzialmente, un abbattimento di costi fissi e una diversificazione delle tecniche di vendita tradizionali.


ESERCIZI DI VICINATO TEMPORANEI

(temporary shop)

E' la vendita di prodotti di cui ai settori merceologici alimentare e non alimentare per un periodo di tempo limitato. Necessari il possesso di requisiti morali e professionali e particolari requisiti per la vendita di alimenti, in questo caso va compilato anche "SCIA sanitaria".

I requisiti da garantire nella SCIA (professionali, morali, edilizi, igienico sanitari, sicurezza, ecc.) sono gli stessi che bisogna comprovare con autocertificazione, per le vendite al dettaglio ordinarie. Nella modulistica, va opportunamente indicato il periodo della temporaneità. In caso di temporaneità inferiore ai 30 gg. tale tipo di denuncia non va inserita nel Registro Imprese. Si ricorda che l'ordinamento italiano non prevede nello specifico la casistica del temporary shop anglosassone. (vedi Comune di Pescara )



Le strategie per un temporary shopping

La location: gli esperti del settore suggeriscono di posizionare queste attività in zone con intenso passaggio pedonale e dove l'offerta commerciale dei negozi preesistenti sia compresa in un range medio-alto. La dimensione della città non conta, è importante che si tratti di centri 'vivi' e attenti alle evoluzioni della moda, dei brand, dei gusti e dei costumi.

Individuato il dove, si passa alla scelta dei prodotti o dei servizi da proporre. E' opportuna una attenta pianificazione. La concomitanza con altri eventi - una manifestazione sportiva, un raduno nazionale, una fiera, una ricorrenza storica o religiosa oppure una notte bianca - può concorrere alla riuscita del temporary shop. La scelta della 'durata' è determinante, da pochi giorni, a qualche settimana, a mesi, l'apertura varia in funzione dell'obiettivo, gli esperti consigliano di non superare i 6 mesi di attività.



Costi e burocrazia


Per aprire un temporary shop viene stimato un investimento iniziale non inferiore a 20 mila euro. Affittare uno spazio 'commerciale' costa da 8 mila euro a salire a settimana in base a variabili come la metratura (per legge non può essere mai inferiore a 35 metri quadri), il periodo dell'anno e la zona scelta. A questi costi vanno aggiunti quelli degli allestimenti, del personale e di gestione.


Riguardo ai permessi, la documentazione da produrre è minima: è richiesta la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata d'Inizio Attività) al Registro Imprese della Camera di Commercio di competenza - certificazione che non è necessaria in caso di apertura inferiore a 30 giorni - e l'iscrizione alla Camera di Commercio.

In caso di somministrazione di alimenti e bevande, è richiesto il possesso dei requisiti morali e professionali attestati dal REC o corrispondenti alle nuove singole leggi regionali.



Creare l'evento I temporary shop funzionano se la loro apertura è preceduta da un adeguato battage pubblicitario che crei curiosità e attesa, e se il contesto è accattivante e seducente. Opportuno rivolgersi a professionisti del settore capaci di curare nel modo adeguato entrambi gli aspetti. (vedi Excite Lavoro)

Apertura e adempimenti

Aprire temporary store per pubblicizzare e vendere prodotti in Italia: costi ridotti, adempimenti burocratici snelli, assieme al giusto mix tra location, clientela ed innovazione garantiscono il rendimento dell’attività.


Un temporary store è un’idea di marketing: si tratta di negozi temporanei (“pop-up shop“), aperti solo per qualche settimana all’anno, per promuovere un brand o lanciare un prodotto sul mercato.


I temporary store sono una evoluzione del settore della distribuzione al dettaglio. Negozi arricchiti di eventi e formule di comunicazione innovative, efficaci per testare la vendita dei prodotti, sondare nuovi mercati, misurare il gradimento del consumatore.


Avviare un’attività di tipo temporaneo per la vendita di prodotti è un’idea per le grandi marche di abbigliamento, ma anche per settori diversi tra loro, come quello della moda, della tecnologia o anche quello dei servizi, in occasione di particolari eventi, puntando tutto sulla brevità dell’offerta. L’apertura di uno di questi negozi temporanei, tuttavia, richiede l’apertura di una partita Iva, in quanto per il Fisco italiano, si tratta comunque di esercizio di attività commerciale, anche se protratta solo per poche settimane.


Vantaggi di un temporary store

  • La promozione e diffusione del proprio marchio.

  • È possibile rimodulare la percezione del proprio marchio, con la vendita di collezioni estemporanee, anche molto diverse dallo stile generalmente associato al brand.

  • Il lancio e la vendita di un nuovo prodotto/servizio o di articoli in edizione limitata o appartenenti a collezioni speciali. L’obiettivo è di incrementare le vendite e vivacizzare l’affluenza di utenti nello store.


Il settore dei temporary store è diffuso da anni in Italia. Questa attività è legata al raggiungimento di tre aspetti:

  • Location – L’apertura di un temporary shop e il suo successo è legato alla location nella quale lo stesso sarà situato. E’ importante scegliere bene la zona per il proprio temporary shop, che deve essere centrale e ben frequentata, come le zone centrali delle principali città italiane: Milano, Roma, Firenze, Napoli, Bologna, dove i temporary shop hanno una realtà commerciale importante. Ultimamente i temporary store, accompagnano i principali eventi che ogni anno si tengono nelle città, come una manifestazione sportiva, un raduno nazionale, una fiera, una ricorrenza storica o religiosa o una notte bianca, anche in settori anche molto diversi da quello dello store che si vuole aprire;

  • Clientela – La clientela che si affida ai temporary store, è una clientela di medio/alta fascia. I temporary store di prodotti che non sono studiati per questo tipo di clientela, rischiano di non trovare acquirenti. Senza marchi conosciuti,o prodotti in forte lancio promozionale il temporary store rischia di non trovare il successo sperato. Non dimentichiamo che per i passanti, il fatto che lo store sia temporaneo crea sempre qualche perplessità;

  • Innovazione – Per portare visitatori, e trasformarli in potenziali clienti è importante che la struttura dello store sia innovativa. L’obiettivo è di riuscire ad attirare la curiosità dei passanti, con forme e colori trasgressivi e innovativi.


Aspetto da considerare nell’apertura di un temporary store è l’attrattività dell’offerta. I temporary shop funzionano se la loro apertura è preceduta da un adeguato forcing pubblicitario che crei curiosità e attesa nei potenziali clienti e se il contesto è accattivante e seducente. Opportuno rivolgersi a professionisti del settore capaci di curare entrambi gli aspetti. E' necessario puntare sulla quantità di prodotti e pianificare e spendere per una buona campagna di comunicazione.

I costi per aprire un temporary shop

I costi sono quelli tipici di una negozio (affitto, personale, utenze) con due differenze:

  • la spesa per la promozione e pubblicità – la campagna pubblicitaria precede l’aperture dello store, per far capire il prodotto, il tempo di apertura dello store e lo sconto ottenibile;

  • la spesa per l’allestimento di interni e vetrine è marginale, quello che conta è il messaggio che si vuole trasmettere, per questo l’innovazione è fondamentale, non tanto l’allestimento delle vetrine.





Negozi sfitti: non riuscire ad affittare è un problema generico e globalizzato, in conseguenza dell’attuale contesto economico che rende difficile previsioni di lungo periodo, diviene, in certi casi azzardato, fare investimenti con un affitto commerciale di 6+6 anni per un punto vendita. Il futuro delle attività commerciali è “Temporary“.


C'è il bisogno frequente nei proprietari di negozio sfitti da tempo, ovvero i costi di ripristino degli spazi a condizioni perfette per l’affitto. Accade che i negozi sfitti in attesa di trovare una nuova attività commerciale interessata ad un affitto commerciale canonico, non vengano mantenuti in perfette condizioni. E' un problema quando si voglia affittare il negozio con un contratto di affitto commerciale, lo è anche nel caso in cui si voglia rendere disponibile il negozio per un uso quale temporary store con contratto quindi temporaneo.

Questa tipologia di contratto, temporary store, prevede che il “cliente temporaneo” prenda la location in condizioni perfette. La formula temporary store richiede un’eccellente stato di manutenzione e conservazione degli impianti e dei locali.

Il cliente di un temporary store, normalmente, deve invece preoccuparsi dell'allestimento del temporary store secondo le sue necessita ed il suo brand.

Il contratto di locazione

Il contratto di locazione da stipulare per la messa a disposizione dei locali dove avviare l’attività del temporary shop: per la stipula di questo tipo di contratti di locazione sono possibili i contratti di locazione di tipo transitorio.

Questi contratti derogano alla regola di durata dei contratti di locazione ad uso diverso dall’abitativo, sancendo al comma 5 dell’articolo 27 della Legge n. 392/1978 la possibilità per le parti di stipulare un contratto di locazione per un periodo più breve rispetto alla durata legale (6 anni) “qualora l’attività esercitata o da esercitare abbia, per sua natura, carattere transitorio. Questo tipo di contratto può applicarsi correttamente al temporary shop. Il contratto di locazione ad uso transitorio deve contenere i seguenti elementi:

  • la formula del temporary store deve essere richiamata dal contratto;

  • la misura del canone è rimessa alla libera e autonoma volontà delle parti e può anche essere determinata forfettariamente per l’intera durata contrattuale;

  • esclusione dell’obbligo di corrispondere l’indennità per la perdita dell’avviamento ad opera dell’articolo 35 della Legge n. 392/1978;

  • esclusione del diritto di prelazione e il correlato diritto di riscatto e diritto di prelazione in caso di nuova locazione, ai sensi del combinato disposto dagli articoli 41 e 35 Legge n. 392/1978;

  • esclusione del rinnovo ad opera dell’art. 28 Legge n. 392/1978;

  • valgono, come per ogni altra locazione e attività di commercio al dettaglio, gli obblighi contrattuali delle parti previsti dal codice civile, le imposizioni tributarie disposte dalla normativa fiscale in generale e gli obblighi dettati al conduttore dal D.Lgs. n. 114/98.



Adempimenti amministrativi e fiscali


La legislazione italiana non contempla questa tipodi esercizio commerciale. Come da indicazioni delle Camere di Commercio italiane, il temporary store è considerato come un normale esercizio di vicinato con durata dell’attività temporanea. Deve rispettare la superficie di vendita degli esercizi di vicinato.


L’abitualità dell’esercizio ha delle conseguenze diverse da un punto di vista fiscale:



In base alla durata dell’attività svolta si possono profilare varie casistiche. Se l’attività è inferiore ai 30 giorni nell’anno l’attività si può definire di forma occasionale e non è previsto nessun adempimento presso il Registro delle Imprese. Si deve richiedere l’apertura della Partita Iva all’Agenzia delle Entrate in caso di prima attività e si deve comunicare l’inizio della stessa al Comune, tramite presentazione della Scia. Se l’attività è inferiore ai 30 giorni ma non viene svolta in forma occasionale (l’imprenditore apre/chiude in posti diversi), l’attività deve essere iscritta presso il Registro delle Imprese, indicando come sede legale la residenza fiscale dell’imprenditore con la dicitura: “Gestione di temporary store per il commercio di …” o similare ed i vari temporary shop vengono configurati come Unità Locali (se direttamente gestite dall’imprenditore). La segnalazione certificata di inizio attività deve essere compilata per ogni negozio aperto. Se l’attività supera i 30 giorni, essa è equiparata all’esercizio di vicinato. (vedi Fisco [7])



  • Esercizio di temporary store per max 30 giorni l’anno – Se l’attività di apertura di temporary store è effettuata per meno di 30 giorni annui (di apertura del negozio) non è necessario nessun adempimento fiscale o amministrativo particolare, in quanto l’attività è considerata occasionale. Questo tipo di attività di solito viene sfruttata dai c.d. “hobbisti“, ovvero soggetti che realizzano piccoli prodotti con le proprie mani e che provano a venderli sfruttando alcune particolari occasioni, come i mercatini di hobbistica;


  • Esercizio di attività di temporary store – Se il temporary store aperto hanno avuto più di 30 giorni di apertura annui, significa svolgere una attività economica di tipo abituale. I temporary store possono restare aperti soltanto da un giorno ad un massimo di 6 mesi. Molti temporary store vengono aperti da commercianti che hanno già una loro attività, ed in questo caso, l’unico adempimento da attuare, oltre a quelli di cui già in possesso è la presentazione della Comunicazione certificata di inizio attività (c.d. “SCIA”), da presentare allo sportello SUAP del comune di competenza, come previsto dall’articolo 7 del D.Lgs. n. 114/98 e dall’articolo 19 della Legge n. 241/90, e dalla comunicazione in Camera di Commercio (riguardante l’apertura della nuova unità locale). In caso contrario, se non si possiede una partita Iva legata all’esercizio di un’attività commerciale bisogna aprirne una, ed iscrivervi presso la Camera di Commercio di competenza e alla gestione commercianti dell’Inps. Effettuati tutti questi adempimenti, non resterà che presentare la “SCIA” al Comune ove aprire il temporary store e la comunicazione in Camera di Commercio (di apertura della nuova unità locale). La SCIA andrà presentata anche al momento della chiusura del negozio temporaneo, e andrà ripresentata nel momento in cui aprirete il nuovo temporary store.


Riguardo alla presentazione della “SCIA” al Comune, la stessa deve essere precedente all’inizio dell’attività. Per correttamente presentare la SCIA occorre possedere alcuni requisiti che tutti i Comuni richiedono per l’esercizio di questo tipo di attività:


  • Requisiti soggettivi – Per esercitare l’attività di vendita al dettaglio di prodotti non alimentari è necessario soddisfare solo i requisiti morali di cui all’articolo 71, comma 1, D.Lgs. n. 59/2010, mentre, per esercitare l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari, oltre ai requisiti morali, è necessario soddisfare anche i requisiti professionali che richiedono il possesso dell’attestato riguardante il corso per l’HACCP;

  • Requisiti oggettivi – I locali dove si svolge l’attività devono avere una destinazione d’uso compatibile con quella prevista dal piano urbanistico comunale. Devono essere rispettate le norme e le prescrizioni specifiche dell’attività, per esempio quelle in materia di urbanistica, igiene pubblica, igiene edilizia, tutela ambientale, tutela della salute nei luoghi di lavoro, sicurezza alimentare, regolamenti locali di polizia urbana. Per esercitare l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari è necessario rispettare i requisiti dettati dalla normativa vigente in merito all’igiene dei prodotti stoccati e venduti.


La “SCIA”, va presentata al Comune anche nel momento in cui l’attività cessa. Tutta la procedura è da avviare nuovamente con le stesse modalità qualora si decida di aprire un nuovo negozio temporaneo.


Chiunque eserciti un’attività di vicinato senza aver presentato la “SCIA” è passibile delle sanzioni amministrative pecuniarie previste da ciascuna Legge Regionale, a seconda del Comune interessato. Per le dichiarazioni false o mendaci sono previste le sanzioni penali di cui all’articolo 76 del D.Lgs. n. 445/2000 .


Sia che si progetti di aprire soltanto per meno di 30 giorni l’anno, o di fare un vero e proprio business sull’apertura di temporary store, il consiglio è di rivolgervi ad un dottore commercialista di fiducia, che possa accompagnare nell’apertura e nella gestione amministrativa e fiscale dell’attività. (Fiscomania.com)





bottom of page