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Il concetto di salute nella medicina ufficiale.

Concetto di salute e medicina ufficiale

"La ricerca medica ha fatto tali e tanti passi avanti che quasi quasi non ci sono più persone sane"


(Aldous Huxley)

Febbraio 2017 | Gabriella Filippone | Rassegna stampa | Le notizie on line

La salute e la medicina ufficiale


Cittadini e non TUTTI PAZZI PER LA PREVENZIONE specie se gratuita.

PREVENZIONE tramite TECNICHE DIAGNOSTICHE INVASIVE

in special modo promosse e caldeggiate dai dottori

alias "simpatici ed umani stipendiati ASL"

"Non viene il dubbio che dietro questa balla della prevenzione ci sia l'ennesimo affare delle case farmaceutiche?

Non esiste il fatto che ci sia fiducia nel nostro corpo e non ammalarsi. Esiste il fatto di dover credere di avvelenarsi e poi star male."

Fonte:Lezione sull'Alimentazione: Vaccaro, Ehret, Campbell - Igienismo, Dieta Vegan, Crudista, NUOVO NY (video)





Iniziamo con la situazione italiana, con quanto sancito dalla nostra Costituzione.

Articolo 32 della Costituzione Italiana

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell' individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."

La Repubblica riconosce che la salute è un diritto importante di ogni individuo e di tutta la società; per questo garantisce le cure gratuite a chi è povero. Nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario, se non è stabilito da una legge: la legge deve sempre rispettare la persona umana.


La salute costituisce un diritto fondamentale, la cui violazione impone il risarcimento del danno. Tutti hanno diritto ad essere curati, non tutti hanno diritto a cure gratuite, destinate esclusivamente agli indigenti, a coloro che non sono in grado di far fronte economicamente alle cure indispensabili per la proprie salute.


Viene escluso qualsiasi obbligo a curarsi, viene affermato il diritto a non essere curati, se non nei casi previsti dalla legge (es.: vaccinazioni obbligatorie per prevenire malattie infettive, oppure provvedimenti di cura e di isolamento per soggetti portatori di malattie contagiose).


È consentito il rifiuto espresso dal paziente di prolungare le cure mediche.



La salute, nel lontano 1946, veniva così definita dall'OMS Organizzazione Mondiale della Sanità:


"stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia"


La salute è considerata un diritto alla base di tutti gli altri diritti fondamentali delle persone. Questo principio assegna agli Stati e alle loro articolazioni compiti che vanno oltre la semplice gestione di un sistema sanitario.

Essi dovrebbero farsi carico di individuare e cercare di modificare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo quelli favorevoli.

In tale contesto, la salute è una risorsa di vita quotidiana che consente alle persone di condurre una vita produttiva a livello individuale, sociale ed economico.

La definizione di salute proposta dall'OMS è molto impegnativa; la sua traduzione, operativamente ed in azioni, ha sempre suscitato riflessioni, dubbi, discussioni.


La portata della definizione OMS è "utopistica", per quanto condivisibile, descrive una situazione di completa soddisfazione e felicità che forse non è raggiunta o raggiungibile, ciononostante costituisce un punto di riferimento verso il quale orientare i propri sforzi.

La traduzione di dichiarazioni di principio in strategie operative è un processo complesso e difficile ed invasivo quando le implicazioni per l'azione richiedono il cambiamento del nostro modo di pensare e di agire. Per dare un impulso significativo al perseguimento della salute da parte dei governi, ai diversi livelli, l'OMS ha cercato di rendere operative, a partire dagli anni ottanta, due strategie che vanno sotto il nome, rispettivamente, di "promozione della salute" e di "strategia della salute per tutti", nella consapevolezza che la salute è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria.

Negli ultimi anni l'attenzione sarebbe rivolta al raggiungimento di due obiettivi strategici: promozione e prevenzione della salute, in modo da ridurre la spesa sanitaria nazionale, grazie ad una diminuzione degli accessi ospedalieri, ad un minor ricorso alle prestazioni sanitarie di cura e al consumo di farmaci.

Nel tempo, sul concetto di salute e sulla sua definizione, si è sviluppato un dibattito internazionale e sono state formulate alcune proposte alternative, ad ora però hanno avuto poco successo. La definizione dell'OMS rimane ancora un punto di partenza e di riferimento.


La tradizione popolare ritiene sano chi non ha dolori o duraturi altri disagi, tanto da impedirgli di non svolgere le proprie funzioni. Le "funzioni" non dipendono (sempre secondo la tradizione popolare) dall'età e dai ruoli sociali. Questa definizione ha il vantaggio di essere di "buon senso" e lo svantaggio di essere poco quantificabile.


Per accertare il grado di salute di una popolazione si individuano degli indicatori, mediante i quali è possibile valutare lo stato di benessere della collettività in esame. Un modo utilizzato per raggiungere questo obiettivo è dato dalla somministrazione di questionari atti a determinare il numero di “giorni di salute”.

A ciascun soggetto vengono rivolte le seguenti quattro domande: qual è la percezione del proprio stato di salute; qual è il numero di giorni nell'ultimo mese in cui l'individuo non si è sentito bene per motivi fisici; qual è il numero di giorni nell'ultimo mese in cui l'individuo non si è sentito bene per motivi psichici; qual è il numero di giorni che hanno limitato le normali attività abituali.

I fattoritenuti sotto controllo dalla medicina ufficiale per rilevare lo stato di salute di una persona sono:



  • l'alimentazione: dev'essere sana ed equilibrata e contenere le sostanze nutritive necessarie al nostro organismo per svolgere le sue funzioni, proteine, carboidrati, grassi, vitamine, acqua, fibre e sali minerali: dovrebbero essere assunte almeno cinque porzioni tra frutta e verdura al giorno;

  • l'attività fisica: dev'essere svolta in modo regolare e non eccessivo. Il movimento influisce positivamente su vari aspetti del nostro organismo, apportando benefici a livello cardiovascolare, migliora la funzionalità cardiaca, previene malattie cardiovascolari, quali ipertensione arteriosa e ictus; a livello muscolo-scheletrico incrementa la forza, la flessibilità, l'equilibrio e la coordinazione; a livello del metabolismo corporeo contribuisce a prevenire patologie quali diabete mellito e sindrome metabolica. Apporta benefici anche dal punto di vista psicologico, riducendo lo stress e le tensioni nervose;

  • l'etanolo: sostanza tossica, responsabile di danni a carico del fegato, dello stomaco, del sistema nervoso e disturbi di tipo psicologico;

  • il fumo: in grado di provocare in primo luogo patologie quali neoplasie, malattie cardiovascolari e respiratorie.



Concetto di salute nella storia.

Per millenni la malattia è stata considerata un fenomeno magico-religioso. Nella Grecia antica con Ippocrate si sperimenta una medicina razionale fondata sull'osservazione. In seguito le concezioni di salute e malattia sono rimaste non scientifiche fino agli ultimi secoli.

Con la nascita della medicina scientifica (alla fine del Settecento) nasce il modello bio-medico in concomitanza con la nascita della società industriale, il modello bio-medico si occupa più della malattia che non della salute e delle condizioni di vita e lavorative della popolazione. Nel XX secolo si sviluppa uno specialismo esasperato per cui l'individuo si identifica addirittura con una sola "parte", "un organo", negando l'individuo come persona.

Il concetto di salute globale invece porta con sé una concezione della persona come unità psicofisica interagente con l'ambiente circostante che è il presupposto per "una promozione ed educazione alla salute" e una "medicina della persona" nella sua totalità.


Fonte Wikipedia

Trattati Internazionali e il Diritto alla Salute

Il diritto alla salute ha un riconoscimento universale: ogni Stato ha ratificato almeno uno dei trattati internazionali in materia di diritti umani che sancisce il diritto alla salute.


La Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è stato il primo strumento internazionale a sancire il godimento del miglior stato di salute come un diritto fondamentale di ogni essere umano ("il diritto alla salute").


Come definito dalla Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) approvata nel 1946 ed entrata in vigore nel 1948, la “sanità è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste solo in un assenza di malattia o d'infermità. Il possesso del migliore stato di sanità possibile è un diritto fondamentale di ogni essere umano, senza distinzione di razza, di religione, d'opinioni politiche, di condizione economica o sociale. I governi sono responsabili della sanità dei loro popoli; essi possono fare fronte a questa responsabilità prendendo le misure sanitarie e sociali adeguate”.


Il diritto alla salute è un diritto umano riconosciuto dal diritto internazionale dei diritti umani. Il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, è considerato strumento centrale della protezione del diritto alla salute, riconosce "il diritto di ogni individuo a godere del miglior stato di salute fisica e mentale”. Il diritto alla salute è sancito in numerosi trattati internazionali e regionali sui diritti umani.


Tra i principali trattati internazionali e i vari strumenti giuridici internazionali evidenziamo i seguenti:

  • Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948)

  • Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (1946)

  • Carta Sociale Europea (1961)

  • Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (1965)

  • Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966)

  • Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) e dei suoi due protocolli opzionali (1966 e 1989)

  • Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (1979) e il suo Protocollo opzionale (1999)

  • Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli (1981)

  • Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (1984) e il suo Protocollo opzionale (2002)

  • Convenzione Americana sui Diritti Umani (1969)

  • Protocollo addizionale alla Convenzione americana sui diritti umani nel campo dei diritti economici, sociali e culturali - (Protocollo di San Salvador - 1988)

  • Convenzione sui diritti dell’Infanzia (1989) ei suoi due protocolli opzionali (2000)

  • Convenzione ILO n. 169 sui popoli indigeni e tribali (1989)

  • Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (1950)

  • Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1990)

  • Convenzione ONU per i diritti delle persone disabili (2006) e il suo Protocollo opzionale (2006)

  • Convenzione del Consiglio d'Europa sulla contraffazione dei prodotti sanitari e reati affini che rappresentano una minaccia per la salute pubblica (2011).




In linea con la dichiarazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le principali Convenzioni internazionali sanciscono il diritto alla salute come uno dei diritti fondamentali dell'individuo e delle collettività e la sua tutela, uno dei doveri principali degli Stati.


Fonte: AIFA Agenzia Italiana del Farmaco







Indubbiamente è un enorme strumento di controllo in mani altrui, sorto in concomitanza con l'era industriale, con l'inquinamento di massa.


Non mancano casi in cui la salute psico fisica viene stravolta da quegli stessi soggetti che dovrebbero garantirla istituzionalmente.


Il discorso sarebbe molto complesso da affrontare.


Contro la medicina ufficiale e il suo enorme potere riporto alcune differenti posizioni molto forti o comunque molto sentite.


Valdo Vaccaro:

"La medicina convenzionale è colonizzata in modo clamoroso.

Su quali basi possono strombazzare che guariscono?


La gente può solo guarire nonostante gli interventi medici.


La gente guarisce per autoguarigione. Noi siamo esseri dotati di strumenti di autoguarigione. Uno che affida il suo corpo alla medicina corre dei rischi gravissimi.

La gente che pensa di fare un salto nel buio lo fa quando affida se stesso alla medicina di oggi.

La medicina di oggi è sballante, è invasiva."

Fonte: Intervista a Valdo Vaccaro - #Alimentire (video)



"Non sono medico e mi vanto di non essere medico. Ho dei medici in famiglia.

Chi è medico è molto condizionato. Si imbottisce di farmaci e di farmacologia. A livello di cure è negato.

La medicina fa degli errori clamorosi, gravissimi.


Roba di mandarli tutti in galera. Va bene? Non esagero. Perché questo?Hanno stabilito di fare la cura sul sintomo che è un errore clamoroso. Sai perché non vanno in galera? Semplicemente perché sono difesi dalla legge. Hanno l'esclusiva.


Non bisogna curare il sintomo ma curare il fattore causante.


Quando dico a livelli estremo: non bisogna curare il tumore ma la tumorosità del corpo, la tendenza del corpo a creare dei tumori che tutti noi abbiamo delle creazioni continue e anche delle remissioni spontanee.


Sono leggi che la medicina non conosce. Sono ignorantissimi in queste cose.


Ogni corpo segue un percorso e tende a difendere se stesso.


Il corpo tende a guarire. Non va mai contro se stesso"

Fonte: Vaccaro intervista 16 01 2014 (video)

"Non viene il dubbio che dietro questa balla della prevenzione ci sia l'ennesimo affare delle case farmaceutiche? Non esiste il fatto che ci sia fiducia nel nostro corpo e non ammalarsi. Esiste il fatto di dover credere di avvelenarsi e poi star male."

Fonte:Lezione sull'Alimentazione: Vaccaro, Ehret, Campbell - Igienismo, Dieta Vegan, Crudista, NUOVO NY (video)


"Purtroppo NON esistono in commercio farmaci privi di effetti collaterali anche seri e le statistiche sulla mortalità parlano chiaro: le cause iatrogene (dovute a errori medici) sono una delle prime tre cause di morte nel mondo, assieme al cancro e alle malattie cardiovascolari!

La ricerca statistica (basata su lavori scientifici) pubblicata nel 2003, dal titolo inequivocabile: "Death Medicine", denuncia negli Stati Uniti le seguenti cifre:

- "Reazioni avverse da farmaci in ospedale" provocano ogni anno 106.000 morti; - "Reazioni da farmaci non in ospedale" --> 199.000 morti; - "Gli errori medici" --> 98.000 morti.



Le reazioni avverse di farmaci prescritti da dottori, provocano (negli Stati Uniti) oltre 300.000 morti ogni anno!

Quando andiamo a “farci guarire” dal dottore, invece di ringraziarlo con reverenza per il tempo dedicatoci, uscendo soddisfatti dallo studio stringendo nelle mani ricette miracolose, impariamo a fare domande e a pretendere delle risposte,perché questo ci potrebbe salvare la vita."

Fonte: I gravi effetti collaterali dei farmaci di uso comune | http://compressamente.blogspot.it/

La salute "rubata" dai farmaci

ASSOCIAZIONE SALUTE ATTIVA Onlus: "Purtroppo si tratta di uno dei tanti casi di sottovalutazione degli effetti collaterali dei farmaci. Il problema cronico della mancanza di trasparenza della sperimentazione sui farmaciha comportato una sovrastima dell'efficacia e una sottovalutazione delle reazioni avverse. Segnalo una campagna internazionale per la trasparenza della sperimentazione clinica, Alltrials, che la nostra associazione sostiene:

Trasparenza Dei Trial Clinici: L’appello Per Firmare La Petizione ALLTRIALS



Il problema della mancanza di trasparenza dei trial farmaceutici e quanto ciò possa causare gravi rischi alla salute e spreco di risorse pubbliche.


Si pretende che tutti i dati della sperimentazione clinica sui farmaci attualmente in uso siano accessibili, affinchè medici e pazienti possano scegliere terapie efficaci e sicure.


E’ arrivato il momento di registrare tutti i trial clinici* e riportarne tutti i risultati, la loro pubblicazione produce indubbi benefici per i pazienti, i ricercatori, i professionisti sanitari e le agenzie di tutto il mondo.




I risultati di migliaia di trial non sono mai stati pubblicati e numerosi trial non sono mai stati registrati: di conseguenza le evidenze scientifiche emerse da questi studi non raggiungeranno mai professionisti sanitari e ricercatori, determinando errate decisioni cliniche, mancate opportunità per migliorare la pratica professionale e inutili ripetizioni di sperimentazioni su persone e animali. Vi invitiamo a firmare la seguente petizione perché tutti i trial pregressi e attuali vengano registrati, riportando integralmente metodi e risultati.


Nuovo studio rileva che meno della metà delle sperimentazioni cliniche falliti vengono pubblicate



Ai primi di ottobre 2016, JAMA Internal Medicine ha pubblicato un documento che indica che meno della metà dei falliti studi clinici di fase III sono successivamente pubblicati in riviste peer-reviewed. Gli autori hanno avvertito che la mancanza diffusa di pubblicare tali prove fallite ostacola il progresso della medicina, spreco di risorse, e pone i pazienti in pericolo.



Sul sito www.alltrials.net è possibile firmare la petizione ALLTRIALS AllTrials è una iniziativa di Bad Science, Sense About Science, British Medical Journal, James Lind Alliance, Centre for Evidence-based Medicine, supportata da numerose organizzazioni internazionali e centinaia di associazione di medici, pazienti, ricercatori e cittadini.

La petizione alltrials è stata firmata da 89777 persone e 713 organizzazioni . L’Associazione Salute Attiva Onlus sostiene la campagna ALLTRIALS.

*Trial clinico: sperimentazione in cui si testano o si mettono alla prova dei prodotti o dei procedimenti in ambito sanitario (ad esempio, dei farmaci o dei materiali biomedicali oppure delle procedure sanitarie). Questa richiesta va dritta al cuore del problema che ha minato la base della credibilità della medicina ufficiale. Qualsiasi intervento in ambito medico ufficiale (che sia un farmaco, un esame diagnostico, una campagna di vaccinazione, ecc.) deve essere sostenuto, per essere approvato dagli enti regolatori pubblici, da concrete evidenze scientifiche che ne attestino, con una ragionevole certezza, l’efficacia e la sicurezza di utilizzo. Il principio è condivisibile e potremmo auspicare che sia applicato correttamente. Purtroppo l’applicazione di questo principio è influenzata da grosse distorsioni generate da pesanti conflitti di interesse che entrano in gioco in questo processo. Siamo tutti portati a pensare alla aziende farmaceutiche che giocano sicuramente il ruolo principale (la stragrande maggioranza degli studi clinici è finanziata e gestita da loro) ma non si tratta solamente dell’interesse economico dell’industria farmaceutica. Spesso intervengono anche ragioni di prestigio e di difesa delle posizioni conquistate in ambito accademico o nei centri di ricerca biomedica. Tutti questi soggetti sono portati a non pubblicare gli studi clinici (i trials) in cui emergono la scarsa efficacia dei farmcaci sperimentati e i gravi effetti collaterali provocati, soprattutto se hanno un esito mortale. Si stima che la metà degli studi clinici condotti nell’ambito della ricerca biomedica non venga pubblicata. E’ un problema di una gravità inaudita sia in termini di minaccia alla salute dei cittadini che di sprechi della spesa sanitaria pubblica. In un contesto del genere possono essere approvati farmaci con gravi effetti collaterali di cui non si tiene conto in sede di approvazione perché le aziende farmaceutiche non pubblicano gli studi con esito negativo e presentano solo quei pochi opportunamente calibrati per evidenziare dati positivi. Purtroppo le conseguenze di queste omissioni si scopriranno solo in seguito, quando si riscontreranno i gravi effetti collaterali o addirittura la morte delle persone che hanno utilizzato quel farmaco. Capita poi che vengano approvati tanti farmaci che non sono più efficaci di un placebo o di un altro trattamento più economico già utilizzato da tempo. E se questi farmaci sono a carico del sistema sanitario nazionale, vuol dire che stiamo sprecando soldi pubblici a vantaggio delle aziende farmaceutiche. Una possibile soluzione potrebbe essere proprio quello che propone l’iniziativa ALLTRIALS: chiunque voglia intraprendere uno studio clinico deve registrarlo presso un’autorità indipendente pubblica e poi deve essere obbligato a pubblicare i risultati (devono essere resi pubblici non solo i risultati e gli effetti collaterali ma anche il metodo utilizzato per fare lo studio). Se una cosa simile accadesse, ne beneficeremmo tutti, cittadini, medici, ricercatori onesti, enti regolatori pubblici e quelle aziende farmaceutiche animate da etica."

Per firmare la petizione andare su www.alltrials.net




Medicina e industria farmaceutica (dietro ci sono interessi enormi).

Se l'organismo umano ha una grande flessibilità adattativa all'ambiente che ci permette di sopravvivere in diverse condizioni, e nel contempo rigidamente ideato per alcuni requisiti ambientali o bisogni umani, se le cose che non dovrebbero succedere accadono, è ormai evidente che ciò apre le porte a una cascata di malattie fisiche. Assistiamo ad una distorsione della natura umana.

La domanda da porsi è la seguente: la condizione che abbiamo o hanno creato nel mondo moderno è veramente favorevole alla nostra salute, come vogliono far credere?

La domanda è: chi crea i malati? E con quale scopo?

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"Inventori di Malattie. Il servizio (video versione completa) evidenzia come l'industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni.

I danni a carico della collettività mondiale e della sua salute sono incredibilmente evidenti." C'era una volta - Puntata del 5.8.2009



La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.

Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.

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